Con Beano nel cuore: storia della famiglia Mizzau di Bùzul

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«La nostra lotta è stata e continua ad essere per il nostro Friuli e il nostro dovere, affascinante dovere, è quello di dimostrare la nostra fedeltà a questa straordinaria terra friulana dove siamo nati, dove siamo stati educati in marilénghe, dove, per grazia di Dio, continuiamo a vivere e dove, quando il Creatore segnerà l’ora, riposeremo per sempre accanto ai nostri vòns».

Féo di Beàn – Alfeo Mizzau

Descrizione

L’impulso collegato alla nascita di questo libro risale alla pubblicazione del volume sulla famiglia di mia madre, i De Re, scritto dal cugino don Paolo, alla cui stesura ho collaborato. La ricerca di vecchie foto e la raccolta dei dati significativi dei famigliari mi ha inserito con slancio all’interno di quella storia, nelle inaspettate scoperte e nei ricordi lontani. Da qui la decisione: dopo la mamma ci deve essere il papà. E parlare di mio padre, Alfeo Mizzau, vuol dire immergersi in Beano, il suo paese natale, il suo mondo! Proprio lì ci sono la mia infanzia e le reminiscenze più belle di anni  spensierati, ricchi di significato, fondamenta del mio essere quella che sono.
Poco dopo la morte del papà, il cugino Gian Mauro ha coinvolto mia cugina Gabriella e me nell’organizzazione di un pranzo per tutta la famiglia perché – diceva – “diversamente i nostri figli non avranno modo di incontrarsi, di conoscersi e di frequentarsi, come accadeva a noi”. Ecco prendere corpo, nella mia testa, l’idea di un libro in cui tutti si sarebbero potuti riconoscere e
avrebbero contemporaneamente scoperto le loro radici.

L'autrice Maddalena Mizzau e l'editore Vittorio Zanon.

I genitori di Alfeo, Elsa Urban e Giovanni Battista Mizzau, provengono da famiglie numerose dove spesso ricorre il biblico numero sette. Per questo è stato laborioso ricostruire la vita delle sorelle e dei fratelli dei nonni e dei loro discendenti: i Mizzau di Buzul, nati e cresciuti in Vi’ di Cortina, e gli Urban, vissuti e divenuti adulti nel Piç.
Ho tentato di ricomporre il quadro di un’epoca contrassegnata dalla durezza e semplicità della vita. Si gioiva di piccole cose, il canto divertiva e le difficoltà venivano superate col duro lavoro giornaliero. L’emigrazione era una realtà che toccava tantissime famiglie. Pochi, pure a Beano, ne sono rimasti immuni. Il nonno Gio Batta, integrato in quell’ambiente, ne ha conosciuto fin da piccolo le fatiche e i dispiaceri e sofferto le nostalgie. Dopo il matrimonio, tuttavia, si è trasferito solo per un breve periodo in Canada; successivamente, a oltre trent’anni, con l’acquisizione del brevetto di tecnico caseario ha dato l’opportunità ai suoi figli di poter crescere e vivere in Friuli. Di questi solo la zia Iva prenderà la via del mondo, per sua scelta e irrequietezza esistenziale, non per necessità.
Parte preponderante di questo libro è volutamente riservata a mio padre, uomo inimitabile e ispiratore dell’anima che mi appartiene. Grazie, Signore, di avercelo donato. A noi figli ha insegnato ad amare la nostra terra con le sue tradizioni e la sua peculiare lingua. “Ho una cultura cattolica, contadina, friulana”, teneva sempre a ripetere – parole riportate fedelmente anche dall’amico fraterno Vittorio Zanon in un breve racconto.
L’apparire di foto ingiallite dal tempo, il risalire a una data di nascita, di battesimo o di matrimonio, unitamente agli episodi inediti riferiti dallo zio Tarcisio o tratti da un suo manoscritto, hanno reso eccitante questa mia avventura. Alcuni passi del cammino sono stati condivisi da mia nipote Alessandra attraverso le sue belle foto.

Maddalena Mizzau

Informazioni aggiuntive

Autore

MIZZAU, Maddalena

Pagine

208

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