Visualizza carrello “Con Beano nel cuore: storia della famiglia Mizzau di Bùzul” è stato aggiunto al tuo carrello.

Bernardo di Chiaravalle

 45,00

COD: 9788863290493 Categoria:

Descrizione

un’occasione da cogliere

Questo libro è stato pensato negli anni in cui presero a circolare gli studi dei tanti convegni (dal 1989 al 1991) per celebrare il nono centenario della nascita di San Bernardo di Clairvaux (1090): una messe di studi straordinaria, per abbondanza e qualità, che ha ampliato conoscenze e prospettive, ha stimolato riflessioni e ripensamenti, ha determinato suggestioni profonde e felici provocazioni.
Dal 1153, anno della morte, l’interesse per il santo, anche se ha conosciuto forti oscillazioni, non si è mai spento; ma non c’è dubbio che esso sia stato particolarmente intenso e fecondo nella seconda metà del XX secolo.
Aperto dai congressi del 1953 (ottavo centenario della morte), che hanno avuto importanza decisiva (e molto rilevante è stato anche quello degli incontri del 1974, ottavo centenario della canonizzazione), esso è stato segnato dalla pubblicazione dell’edizione critica delle Opere di San Bernardo (1957-1977) seguita dalle edizioni in varie lingue moderne, tra le quali si segnalano quella italiana, splendida fatica di Ferruccio Gastaldelli, e quella francese, curata esemplarmente dalle “Sources Chrétiennes”; dagli studi fondamentali di quell’incomparabile maestro, infaticabile e dottissimo che è stato Jean Leclercq; dall’opera preziosa svolta dalle riviste cirstencensi; dai contributi spesso illuminanti di una folta schiera di studiosi.
Chi scrive non si è proposto di fare opera di storico, ma di recensore e compilatore: attento, paziente, esigente e – si spera – libero e non miope. Ne è risultato un libro farcito a ogni pagina di citazioni, che si sono preferite alle lambiccate parafrasi.
Non opera di storico e neppure di studioso in senso stretto, questo è il libro di un innamorato di tutto ciò – fatti e idee, conquiste e illusioni, vicende e immagini, speranze e amarezze, entusiasmo e sgomento, emozioni e tragedie – che l’espressione civiltà europea ha il potere di evocare.
Perché, allora, Bernardo? Un monaco, un mistico?
Perché nella personalità, nel pensiero e nella azione di questo monaco mi è parso di vedere l’affermazione dei valori più alti di quella civiltà. Civiltà dalla quale potrebbe sembrare volutamente staccato e lontano, incapace di rappresentarla.
A me è parso il contrario: per la forte esigenza di consapevolezza e di autenticità che caratterizza la sua personalità umana; per la capacità di conciliare, che si è tradotta nella volontà di vivere, con la stessa partecipazione e intensità, la durezza dell’intransigenza e il calore degli affetti; per ciò che spinge a elevarsi e ciò che costringe a umiliarsi; per amare la bellezza e non rifiutare il dolore, per sperimentare l’angoscia e aprirsi alla speranza. Tutto ciò ritengo sia la radice o per lo meno la condizione di ogni umanesimo.
Nella affermazione accolta dalle Scritture, ma ribadita e rivissuta con appassionato vigore, della presenza del divino nell’uomo, della sua parentela con Dio, della sua grandezza in tutte le avventure del coraggio e del pensiero (sorrette dalla fede in se stessi) da quella di Colombo a quella dei moderni ricercatori che sfidano i misteri; nel pensare che la condizione della intrinseca sacralità di ogni aspetto e momento della vita e dell’universo sia un richiamo forte al dovere di considerare il potere come servizio; l’impegno comune di costruire la storia in ogni momento, con ogni atto; ritenere che le sue azioni e le sue esperienze di profeta esprimano la perenne esigenza di porre a guida dell’agire umano la purezza dell’idea (o di un ideale) al di sopra di tutte le torbide pulsioni degli egoismi: per questo San Bernardo.
Con il sentimento di quella componente fondamentale della fede in se stessi e della propria grandezza e perché, in fatto di unità europea, quella realizzata e proposta dalle abbazie cistercensi mi pare sia stata uno dei contributi più persuasivi e attraenti.

 

Riccardo Tomada

Dott. Riccardo Tomada, nato nel 1941 e morto nel 2009. Laureato in Materie Letterarie alla Facoltà di magistero di Trieste. È stato insegnante in diversi Istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia e ha svolto diverse mansioni in ambito politico. Da molti anni si era dedicato alla ricerca e raccolta di elementi riguardanti la personalità e l’opera di san Bernardo di Chiaravalle, dottore della Chiesa vissuto nel XII secolo, proponendosi di pubblicare un saggio. La lunga malattia e la prematura scomparsa gli hanno impedito di realizzare questo obiettivo. La moglie, partecipe di tanta fatica e conscia dell’importanza degli studi che non dovevano andare dispersi, con il sostegno di alcuni amici, ha completato il lavoro ricomponendo organicamente il manoscritto per renderlo idoneo alla pubblicazione.